Secondo articolo sul "Gazzettino di Padova" del
19 maggio 2007.
Inizio citazione:
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Sabato, 19 Maggio 2007
Abbandona la "chemio", muore a 21 anni
Il giovane seguiva i consigli del dottor Paolo Rossaro. È il terzo caso. Anche l’Ordine dei medici apre un’istruttoria
Il ragazzo aveva ventuno anni ed era stato colpito da un linfoma di Odgkin. Un maledetto tumore che l'ha portato alla morte. Poteva essere salvato? Il suo medico dice che ad un certo punto il ventunenne ha abbandonato la chemioterapia per seguire i metodi di cura del dottor Paolo Rossaro. Sarebbe stato "curato" con vitamine, integratori, diete, acqua oceanica e sostegni psicologici. Anche questo esposto è finito sul tavolo del pubblico ministero Renza Cescon. Ed è un altro caso che viene addebitato al medico di base di Sant'Agostino di Albignasego, presidente dell'associazione "Primum vitae", già iscritto nel registro degli indagati con le ipotesi di reato di omicidio colposo e lesioni colpose.
Dopo il caso di Anna T., morta di tumore al seno, il cui esposto è partito direttamente dai responsabili dell'istituto Oncologico Veneto dopo che la paziente aveva abbandonato le cure chemioterapiche, e dopo il caso del giovane camionista vicentino, Cristian T., anche lui colpito da tumore, ma che i familiari hanno convinto ad abbandonare le cure del dottor Rossaro e a ritornare a quelle tradizionali, adesso c'è la morte del ventunenne padovano ucciso da un linfoma di Odgkin. Anche su questo caso dovrà fare chiarezza il sostituto Renza Cescon, che ha già affidato una consulenza tecnica al professor Massimo Montisci, dell'Istituto di medicina legale dell'Università di Padova. Al medico legale il magistrato ha chiesto anche di verificare se le cure prescritte ai pazienti sono conformi all'articolo 13 del Codice di deontologia della professione medica che, tra l'altro, recita che le terapie devono essere sostenute dalla dovuta sperimentazione.
Cristian T., trentaquattrenne camionista vicentino, il quale si è notevolmente ripreso dopo essere stato costretto dai familiari a sottoporsi alla chemioterapia, ha raccontato agli inquirenti che il dottor Rossaro gli ha detto di seguire il metodo dell'ex medico tedesco Ryke Geerd Hamer. Il dottor Hamer, che nel 1986 ha perso l'abilitazione a praticare la medicina in Germania, è padre di Dirk Hamer, il giovane tedesco che nell'estate 1978, in vacanza all'isola di Cavallo, in Corsica, era stato ferito mortalmente (era deceduto dopo un'agonia durata quattro mesi) nel corso di una lite finita a fucilate tra il principe Vittorio Emanuele di Savoia e un play boy romano. Secondo Hamer il cancro "inizia sempre con uno choc estremamente brutale, con un conflitto acuto e drammatico, vissuto nell'isolamento e percepito dal malato come il più grave che abbia mai conosciuto". Il giovane camionista vicentino ha raccontato agli inquirenti che il dottor Rossaro lo sottopose alla Tac e poi gli lesse le "lastre". Gli disse che i "segni" che vedeva rappresentavano la sua sofferenza per la recente perdita del padre. Il giovane camionista si convinse, abbandonò la chemioterapia per gli integratori del medico padovano e le sue condizioni precipitarono in poco tempo.
Anche l'Ordine dei medici di Padova ha aperto un'istruttoria nei confronti del medico. Il dottor Rossaro è presidente dell'associazione "Primum vitae", che ha sede a Polverara. Al primo punto l'associazione si propone "l'assistenza diretta e indiretta del malato grave (prevalentemente oncologico, ma non solo) nel rispetto della decisione del paziente stesso". Quindi, si tratta di medicina alternativa. E lo spiega una paziente, che anche lei ha fatto la scelta di abbandonare la chemioterapia: «Io voglio svegliarmi la mattina e sapere che il mio medico è lì, con le cure mediche e la professione che lo distinguono, e non intrugli o magia, se non quella magia del cuore che il dottor Rossaro ci sa donare», dice.
Lino Lava
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