International operierende Gruppen > Nuova Medicina

Aus Italien, 2007, übersetzt

(1/1)

ama:
Aus den Tiefen des Archivs ein längerer Kommentar von Ilario D'Amato zu einer paranoiden Hetze und Reklame für Ryke Geerd Hamer und andere mörderische Abzocker.

Hier vorab der mit DeepL.com übersetzte Hetztext von http://pensierolaterale.blog.com/2240339/

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"am: 29. November 2007, 05:15:28 Uhr"

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http://pensierolaterale.blog.com/2240339/

Querdenken
es ist notwendig, anders zu denken, um verschiedene Dinge zu verstehen.
Dienstag 30. Oktober 2007
KREBSUNTERNEHMER

Giampaolo Angelucci,
Besitzer von "Libero" und einem Reich von Privatkliniken.


Eine Serie von Artikeln in der renommierten Zeitung "Libero" des renommierten Journalisten Peppe Rinaldi versucht heftig, verschiedene Formen unorthodoxer Krebstherapien zu diskreditieren, angefangen bei der Therapie von Dr. Hamer.

Ein Titel für alle: "Thought Cures Cancer - The Last New New Age Fraud".

Das große Anliegen dieses Dieners der multinationalen Pharmaunternehmen ist, dass die deutsche Neue Medizin von Dr. Hamer auch in Italien Einzug hält.

Aber es gibt einen Grund für eine solche livoröse Panikmache. Und Marcello Pamio, Organisator einer Konferenz über die Freiheit der Therapiewahl, erklärt es uns.

"Libero" und alle seine Diener stehen auf der Gehaltsliste von Angelucci, Unternehmern, die ein Imperium von Privatkliniken besitzen, wo sie die lukrative "Pflege" auf der Grundlage von Chemotherapie und ähnlichem erhalten.

Alles, was das Big Business in die Krise bringen kann, muss also im Keim erstickt werden.  Vor allem das Geschäft.
Denken Sie daran, jedes Mal, wenn Sie von Betrug oder Scharlatanen hören, die sich auf alternative Behandlungsmethoden beziehen.

Für diejenigen, die wirklich wissen wollen, was die wahre Gültigkeit der Chemotherapie ist, empfehle ich die Lektüre von "Chemotherapie, eine mörderische Praxis" (verfügbar unter http://www.aerrepici.org/chemio.pdf) von Dr. Alberto R. Mondini, Autor des Buches Kancropoli, la Mafia del Cancro.


Übersetzt mit www.DeepL.com/Translator
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Nun das italienische Original mit den Kommentaren.


http://pensierolaterale.blog.com/2240339/

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pensiero laterale
è necessario pensare diversamente per capire cose diverse
Martedì 30 Ottobre 2007
GLI IMPRENDITORI DEL CANCRO

Giampaolo Angelucci,
proprietario di "Libero" e di un impero di cliniche private


Una serie di articoli del prestigioso quotidiano "Libero", ad opera dell'autorevole giornalista Peppe Rinaldi, tentano violentemente di screditare varie forme di terapie anti-cancro non ortodosse, a cominciare dalla terapia del dottor Hamer.

Un titolo per tutti: "Il pensiero cura il tumore - L'ultima truffa new age".

La grande preoccupazione di questo servo delle multinazionali del farmaco è quella che la Nuova Medicina Germanica del dottor Hamer stia prendendo piede anche in Italia.

Ma c'è un motivo per tanto allarmismo livoroso. E ce lo spiega Marcello Pamio, organizzatore di un convegno sulla libertà di scelta terapeutica.

"Libero" e tutti i suoi servi sono a libro paga degli Angelucci, imprenditori proprietari di un impero di cliniche private, dove vengono somministrate le lucrosissime "cure" a base di chemioterapia e consimili.

Così tutto quello che può mettere in crisi il grande business, va stroncato sul nascere.  Gli affari prima di tutto.
Ricordatelo, ogni volta che sentirete parlare di Truffa o Ciarlatani, riferiti a metodi di cura alternativi.

Per chi voglia conoscere davvero quale sia la reale validità della chemioterapia consiglio di leggere "Chemioterapia, una pratica assassina", (reperibile al link http://www.aerrepici.org/chemio.pdf ) del dottor Alberto R. Mondini, autore del libro Kancropoli, la Mafia del Cancro.


Posted by Gian Paolo Vallati at 12:32 | Permanent Link | Commenti (3) | << previous post     home     next post>>



Commenti

1 - "Nomen omen", dicevano i latini. E di certo non ci si può aspettare qualcosa di diverso da un sito che fa della disinformazione la propria bandiera. Per fortuna esiste ancora la logica (anche se non tutti ne fanno uso). Ma andiamo con ordine.

Il signor Pamio -del quale parleremo più avanti- afferma che il tema dell'articolo di Peppe Rinaldi sia un "attacco sistematico a tutto quello che esce dal paradigma ufficiale", chiamando in causa le solite lobbyes del farmaco. A tutto questo aggiunge, con una leggerezza che dà il polso della sua ignoranza logico-grammaticale, che tale attacco è "ovviamente preordinato". Fa specie che chi si erge a paladino della verità e della libertà possa esprimere tali giudizi senza motivarli. In altre parole, pregiudizi. Vorrei sottolineare, per quei pochi che hanno ancora un intelletto da esercitare, come il tema dell'articolo non sia affatto un attacco a ciò che è "fuori dalle regole", ma un attacco a teorie mai provate che portano alla morte di molte persone. Il che dovrebbe essere un imperativo categorico di ogni giornalista, ma mi rendo conto che è molto più facile credere alla teoria del complotto.

Teoria che consta di una semplice osservazione: Rinaldi scrive su Libero, l'editore di Libero è la famiglia Angelucci, la famiglia Angelucci è proprietaria di Tosinvest, la Tosinvest ha tra le sue principali attività quella di cliniche private. Ergo: Angelucci ha ordinato a Rinaldi di "sparare a zero" sui seguaci di Hamer. Se il buon Pamio avesse approfondito un pelo la sua "sconvolgente" e "dettagliata" osservazione, avrebbe osservato come Peppe Rinaldi si sia interessato alla questione inizialmente su "Cronache del Mezzogiorno", quando co-firmammo il primo articolo. E lo fece su mia segnalazione, dopo che -da buon "grillaccio"- mi ero imbattuto nei deliri dei vigliacchi che frequentano questo forum (vigliacchi perché non hanno il coraggio di firmarsi con nome e cognome. Vedremo poi anche questo aspetto più in dettaglio). Pensare quindi all'ennesimo complotto non solo è stupido (in quanto non viene fornita una sola prova di quanto si afferma, ma in questo gli hameriani sono dei veri esperti) ma è anche palesemente falso, in quanto la successione logica degli eventi dimostra l'esatto contrario.

Ma facciamo un passo indietro. Il nostro "esperto di medicina" Marcello Pamio afferma che Rinaldi sia "autore di numerose inchieste su tutto ciò che è alternativo". Ancora una volta, dove sono le prove? Può questo "esperto" citarmi almeno una inchiesta di Rinaldi che va in tal senso? No, perché non ne esistono di analoghe (Peppe RInaldi è una brillantissima penna di politica, costume e cronaca). Ancora una volta, non conta "il dato", ma l'impressione che si può ingenerare nel lettore. Questo può andar bene per una recita scolastica, ma di certo non può valere in un ragionamento. Il buon Pamio cita poi la dichiarazione di Helsinki, estrapolando un pezzo molto suggestivo: il medico può tentare cure non provate, per salvare la vita del paziente. Ma omette di dire che la stessa dichiarazione vieta in modo categorico di far soffrire inutilmente i pazienti. E non mi sembra che negare la morfina sia un "atto d'amore", se non in senso fideistico di chi è annebbiato dalla propria convinzione e accusa gli altri di non vedere "la verità". Tutto già visto, grazie. In ogni caso un medico si assume la responsabilità dei trattamenti che applica sul paziente: se ci sono evidenze scientifiche che l'acqua oceanica non può guarire dal cancro, egli non può applicarla. Altrimenti torniamo allo stesso discorso del "proviamo la terapia del formaggio svedese". Hamer, inutile sottolinearlo ancora una volta, non presenta una sola prova scientifica, anzi nega il concetto stesso di principio scientifico. Ma di tutto questo mi riservo di parlarne più in là.

La "comparazione delle morti", che compare a metà del flusso di coscienza del nostro Pamio, è uno dei punti su cui maggiormente insistono i seguaci di Hamer quando si vedono alle strette. Il ragionamento è questo: muoiono un sacco di persone per cancro, anche se curate con la medicina ufficiale; per cui che differenza possono fare 140 in più o in meno? La malafede di questi imbonitori di bassa lega si esplica tutta in questo punto. E cioè omettono di dire che le percentuali di successo su tutti i tipi di tumore è del 55% (fonte), ovvero esistono tumori per i quali è molto difficile sopravvivere ed altri che si curano quasi sicuramente. Dove sono i malati di tumore guariti da Hamer? Eppure se 140 sono i morti -finora- documentati, che dovrebbero corrispondere al 2% del totale di quanti hanno seguito l'ex medico tedesco, in giro per l'Europa dovrebbero esserci almeno 6860 pazienti affetti da cancro del tutto guariti. Come mai non se ne riesce a trovare uno? E' presto detto. Costoro non possono "rivivere" il conflitto che ha scatenato il cancro. Per questo preferiscono non rischiare, e testimoniare di essere "guariti" senza addurre prove. Ma quanti di questi "miracolati" ha fatto qualche analisi specifica? Se leggiamo le "testimonianze" sparse su internet, la maggior parte di queste persone si auto-diagnostica un tumore e si auto-definisce guarita. Basta poco, un rigonfiamento sulla gamba, per pensare al peggio. Dopo un mese passa tutto, e si va in giro ad urlare che "Hamer mi ha guarito da un tumore!". Del resto non fa meraviglia questo assurdo logico: per questi cialtroni è la paura degli esami a provocare le malattie, specie tumori al polmone (paura di morire). E' un cane che si morde la coda: non faccio esami ma mi dico ammalato, non parlo della mia malattia ma mi dico guarito. E chi ha invece davvero una malattia seria si entusiasma, agogna qualcosa in più di quello striminzito 55% (dentro o fuori, testa o croce) ed è disposto a seguire qualunque cosa. Del resto c'è sempre quella che io chiamo "la sindrome del compilatore del dizionario": troviamo naturale non trovare errori su un dizionario, senza considerare il gran lavoro che c'è alle spalle, ma ci scandalizziamo se ne troviamo appena uno. Così è per i medici: ci aspettiamo che ci guariscano, lo troviamo giusto, normale, opportuno, quasi naturale ed automatico. Ma quando si fa parte della metà sbagliata, tutto cambia. Altro discorso è quello sulle lobbyes dei farmaci, sui quali torneremo.

Le 11 morti di cui si dà conto nell'articolo sono tutte ben documentabili, e molte di loro fanno esplicito riferimento all'associazione Alba ed al suo presidente-ex-barista, Marco Pfister. Pfister che, guarda caso, si è sempre sottratto al dibattito come il suo omologo salernitano Lorenzo Allocco, o come il medico specializzando Benedetto L. di Crotone. Uno ha curato la madre con la radioterapia (dov'è la "Scienza e Coscienza" di questo medico?), l'altro non si è fatto più vivo quando ha intuito che il paziente stava morendo; uno ha dato disposizioni telefoniche senza effettuare uno straccio di visita, l'altro è andato in vacanza ai Caraibi mentre il paziente brancolava nel buio, ma "è un conflitto di partner", mica metastasi che devastano tutto il corpo! Sarei ben lieto di analizzarle singolarmente col signor Pamio, con Pfister, con Toneguzzi (che al pari dei suoi "amichetti" sbraita di complotti senza portare uno straccio di prova. Tra l'altro quest'ultimo afferma che gli articoli sono "falsi", ma entrambe le testimoni hanno già sottoscritto come quanto riportato corrisponda a verità. Una verità documentabile, per sfortuna del signor Toneguzzi, una verità sulla quale ci confronteremo in un prossimo futuro).

Il signor Marcello Pamio basa la sua "indagine" sull'associazione di idee tra l'autore dell'articolo e l'editore di "Libero" (ignorando che gli articoli sono apparsi dapprima su "Cronache del Mezzogiorno", e voglio proprio vedere a quali voli pindarici riuscirà a collegare me e il mio giornale), ma omette di dire che lui è il fondatore di disinformazione.it (nel quale teorizza complotti su complotti, dall'11 settembre al signoraggio per finire alla vera identità di Qui, Quo e Qua), che sbraita anche su RadioGamma5 (dove ospita anche una dottoressa esilarante, che cura con la parola: diagnosi telefoniche, ancora una volta. E c'è chi si fida, purtroppo) e che è compartecipe delle edizioni "Il Nuovo Mondo", oltre che autore dell'ennesimo libro sui complotti mondiali. Insomma, chi ha da guadagnare da questa storia è proprio lui e non certo Rinaldi, che -purtroppo per lui- viene pagato quanto stabilito dai contratti nazionali dei giornalisti. Una miseria, ve lo dico io. Ma esistono ancora persone come lui, e come me, che agiscono seguendo la propria etica: e l'etica è incorruttibile. Molti pensano che i seguaci di Hamer, tutto sommato, siano inoffensivi. E che chi ci casca, ben gli sta. Ma non è così. Tutti noi possiamo essere disperati di fronte ad un evento traumatico come quello di un tumore, o di una qualunque grave malattia. Che questi cialtroni si prendano gioco di una persona -solo in quel momento- mentalmente destabilizzata, è qualcosa che fa letteralmente orrore.

Altro conto è quello sulle lobbyes del farmaco: e chi le ha mai negate? Chi nega che dietro l'uso spropositato di farmaci esistano interessi da capogiro? Ma non capisco come questo possa automaticamente avallare le teorie di Hamer. Nella medicina (e nella vita, direi) non si ragiona per sottrazione: se anche la medicina (e non il "sistema medicina", che è tutt'altra cosa) fosse completamente fasulla, resterebbe da dimostrare la validità delle ipotesi di Hamer. In sè, intrinsecamente. Ma al di là di alcuni aneddoti, spesso piuttosto confusi (come il caso di Luca Ricci che aveva attribuito al proprio genitore una diversa associazione malattia-conflitto rispetto a quanto affermato da Hamer, ma ugualmente trovata "in maniera esatta"), non si ha una sola prova di quanto questi imbonitori affermano. Ed anche qui troviamo una spiegazione (il)logica: le prove non si trovano perché il metodo scientifico è una menzogna. A "dimostrarlo" è l'ottimo professor Hans-Ulrich Niemitz, insegnante di archeologia e storia umana (un personaggio "sui generis", convinto che ci abbiano "rubato" un paio di secoli nel MedioEvo. Ma sono sottigliezze). In una lettera piuttosto confusa Niemitz (né medico, né scienziato, né filosofo) afferma che il principio scientifico è da buttare, mentre le "leggi" di Hamer sono valide. Una sua posizione personale, che va ad aggiungersi alla sua teoria dei "secoli fantasma", ma nulla più. In ogni caso, non si capisce come il principio scientifico non sia valido quando dimostra -ad esempio- che i tanto odiati ebrei (odiati da Hamer, ovviamente) si ammalino e muoiano esattamente come in tutte le altre parti del mondo; mentre è validissimo quando conta il numero dei pazienti morti per cancro. Ma con gli hameriani bisogna abituarsi a questo tipo di pensieri, come quello della Brigliadori secondo cui "è l'anima a consumare la maggior parte delle calorie" (se è così, allora ho un'anima molto affamata!). Ma in questo modo si scade nella "medicina materialistico-riduzionista"! Non si tiene conto dell'anima: che scandalo! Il signor Pamio dovrebbe sapere (e se non è così, che cambi mestiere, per cortesia. Aver lavorato a Nexus non lo rende certo automaticamente un filosofo) che l'aver separato le due componenti è un traguardo delle scienze moderne. Ciò non significa che la scienza non includa l'aspetto spirituale: come dice Zichichi "io studio l'ordine delle cose, ma ignoro chi abbia dato quest'ordine". Nè tutto si riduce ad una mera concatenazione causa-effetto (che è stata superata nella filosofia della scienza già negli anni Cinquanta. Anche in questo caso, se Pamio non sa di cosa sta parlando, che cambi pure mestiere).: il principio cardine è sempre la riproducibilità dell'evento, che può essere discusso ed osservato all'infinito. Con Hamer, invece, dobbiamo accontentarci di aneddoti e millantate "prove" mai esposte. Una situazione schizofrenica: da un lato la medicina ufficiale - con tutti i suoi limiti umani, le depravazioni, gli interessi economici; ma anche la capacità di potersi mettere in gioco ad ogni nuova scoperta, e di essere discussa (secondo il metodo popperiano) e tutto sommato alla luce del sole (perché se ne state a discutere vuol dire che quegli esami,l pagati o meno dalle case farmaceutiche, li avete sotto gli occhi. Dove sono le decine di migliaia di Tac di cui Hamer si dice in possesso?); dall'altra parte invece c'è un sistema chiuso, fideistico, che ha l'ambizione di essere provato ma allo stesso tempo nega il metodo che dovrebbe provarlo (ovvio: bisogna "provare" il sistema con le regole interne al sistema stesso, altrimenti cade tutto subito come un castello di carte). In circostanze normali (ed in un paese normale) cialtroni del genere verrebbero presi a calci senza tante discussioni. E invece internet dà l'ebbrezza di poter disvelare ogni segreto, di conoscere complotti mondiali di cui siamo vittime e che in qualche modo giustificano la vita gretta in cui qualcuno di noi è costretto a vivere (non io, per mia fortuna intellettuale). Se a questo si aggiunge un evento traumatico come il cancro, e "certezze" di guarigione al 98%, è facile capire il "capovolgimento logico" (parafrasando un titolo) in cui queste persone si fanno facilmente irretire.

La signora Federica Vavassori, una delle testimoni di cui si parla negli articoli citati, ha voluto «aggiungere solo tre cose: Marcello Pamio parla di "percorsi terapeutici non ortodossi e quindi esecrabili a priori (anche se la persona ha scelto di sua spontanea volontà, firmando il consenso informato)". Eppure, né il sito di Alba, né il sito della NMG presentano tale modulo di consenso informato, che informi appunto delle conseguenze della scelta della NMG per il paziente (sopportare dolore acuto senza analgesici; predisporre un'assistenza domiciliare), per i familiari (prestare assistenza psicologica continuativa) e che illustri le possibili conseguenze negative (incapacità del soggetto di risolvere il conflitto psicologico e conseguente morte), corredate dalle relative percentuali di successo ed insuccesso dei soggetti che si sono fino ad oggi affidati a questo tipo di percorso terapeutico. Al contrario, "l'establishment medico-scientifico e soprattutto le lobbies del farmaco" predispongono abbondante letteratura in merito agli effetti collaterali e alle percentuali di successo ed insuccesso e li sottopongono ai pazienti e ai loro familiari. Menziona il "giro di affari difficilmente calcolabile" legato alla medicina tradizionale come se si trattasse di uno scandalo: è evidente che il lavoro prestato viene retribuito, così nella medicina tradizionale come nella NMG; e che più alto è il numero delle persone, i progetti di ricerca, le strutture tecnologiche che vengono impiegate, e più alti sono i denari che vengono impiegati. L'importante non è il giro d'affari, bensì il risultato che questo giro d'affari produce: e quando si paragona, per esempio, la mortalità per cancro alla mammella di 20 anni fa con quella di oggi, e si scopre che è passata dal 60% al 10/15%, non si può che riconoscere che il "giro d'affari" è servito a trovare cure adeguate! (Quanto alla famiglia Angelucci, un applauso: ha investito nella sanità, dandoci una speranza, anziché in altri mercati assai più redditizi come l'alimentare, che nuoce a noi popolazione di obesi.... o la cosmesi, o la moda, che riempiono di sciocchezze i cervelli delle ragazzine.... chissà perché a questo non si pensa mai). Egli conclude con l'esortazione: "Anche voi giornalisti, una volta per tutte, prendetevi la responsabilità di quello che scrivete". Il mestiere dei giornalisti è informare, cioè raccontare dei fatti sulla base di prove verificate: nonostante egli insinui "ci si sofferma solo sulle 11 morti (tutte comunque da verificare singolarmente)", nessuno dei fatti menzionati negli articoli è stato in seguito smentito. Non si capisce quindi in che modo Peppe Rinaldi sarebbe stato irresponsabile. Alle "centinaia di migliaia di persone che ogni anno vengono colpite dalle malattie degenerative come il cancro", e anche a noi familiari che con loro soffrono, non interessano le polemiche tra orientamenti medici, né quelle contro i giornalisti, né le insinuazioni in merito a complotti orientati al guadagno immotivato. Dati statistici e prove scientifiche sull'efficacia della Nuova Medicina Germanica: questo ci interessa avere da Marcello Pamio».

Ilario D'Amato (Comment this)

Written by: Ilario D'Amato at 2007/11/13 - 12:30:18


 
2 - Gentile signor D'Amato,
avevo pensato di scriverle una lunga risposta, per replicare punto per punto ai suoi argomenti.
Ma so che sarebbe perfettamente inutile. Per quanti argomenti razionali e scientifici io riuscissi a produrre, lei ne troverebbe altrettanti contrari.
Potrei dirle che la scienza è ben diversa da quello che Piero Angela e i suoi seguaci pensano sia. Potrei consigliarle di leggere Thomas Kuhn, o Paul Feyerabend, se volesse comprendere cosa davvero sia il processo scientifico.
Ma lei non sta cercando di capire. Lei sta difendendo la sua fede ( nella Suprema Verità della Scienza, certo. Ma sempre di fede si tratta, mi creda). E non ho nessuna intenzione di convincerla. Perché lei, lottando contro quello che ritiene un mondo irrazionale, in realtà lotta contro la propria Ombra.
Le auguro di curarsi sempre con la medicina ufficiale
Un saluto
Gian Paolo Vallati (Comment this)

Written by the blog's author: Gian Paolo Vallati at 2007/11/13 - 20:44:42
Replies to this comment: 3


3 - E' sempre facile identificare i propri detrattori come degli "esaltati" di una certa fede. Compito che, nel mio caso, sarebbe estremamente facile. Ma mi limito a sottolineare ancora una volta come Hamer si sottragga alla verifica tramite il metodo scientifico, che confuta. Sarebbe interessante disquisire di epistemologia con lei, ma non so fino a che punto potrebbe spingersi. Le citazioni "fideistiche" a proposito di luce/ombra dicono già molto.
Neanche io pretendo di convincerla: ammette lei stesso che non c'è alcuna prova scientifica (né razionale, aggiungo io) a sostegno delle sue tesi. Nè tantomeno entra nel merito della questione, ovviamente.
Le auguro di non doversi curare mai, né con la medicina "alternativa" né con quella "ufficiale". In ogni caso, anche se gli avrà sputato in faccia fino ad un minuto prima, ci sarà sempre un medico anche per lei. (Comment this)

Written by: Ilario D'Amato at 2007/11/14 - 21:57:05 in reply to: 2

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Dossier Hamer: Inchiesta su una tragica promessa di cura contro il cancro
by Ilario D'Amato (Goodreads Author)
4.33  ·  Rating details ·  3 ratings  ·  1 review

1978, isola di Cavallo: il giovane Dirk Hamer viene colpito da una fucilata mentre dorme su uno yacht. Morirà quasi quattro mesi dopo, al termine di una lenta, dolorosa agonia fra le braccia del padre, il medico tedesco Ryke Geerd Hamer.

Poco dopo la scomparsa del figlio, entrambi i genitori del ragazzo si ammalano di cancro. Operato, il padre sopravvive. Non così la moglie Sigrid che, curata dal marito secondo la Nuova Medicina Germanica da lui stesso inventata in quegli anni, muore: è la prima di una lunga scia di morti che le teorie dell'ex medico – oggi radiato dall'Ordine – si lasceranno dietro in Europa e oltreoceano.

Hamer non ha dubbi: la causa dei tumori sono conflitti e traumi che innescano una naturale reazione di difesa del corpo. Basta risolverli per guarire da qualsiasi malattia, senza seguire i protocolli scientifici. Anzi, la «malattia» in sé non esiste proprio: è un preciso «Programma Speciale, Biologico e Sensato» sviluppato dalla natura per rimediare a un evento traumatico. E lo sviluppo di un tumore è il segno positivo del risanamento in corso. Nel caso del cancro, a uccidere i pazienti sono semmai chemioterapia, chirurgia, morfina, cioè gli interventi messi in atto dalla «medicina ufficiale», che li utilizza benché colpevolmente consapevole della loro assoluta inutilità, anzi della loro nocività.

Dossier Hamer ripercorre la vita dell'ex medico tedesco e quella, tragica, di alcuni malati che hanno seguito le sue teorie, morti fra atroci dolori eppure convinti di essere sulla via della guarigione. È il caso di Ellen Pegoraro che, scoperto di avere un tumore al seno e, insieme, di essere incinta, decide di affidarsi a un medico hameriano le cui teorie la conducono presto alla morte; di Marina Lallo, uccisa da un neo che non aveva voluto farsi asportare; di Eleonora Bottaro, scomparsa a 18 anni per un linfoma dichiarato guaribile.

Sono solo alcuni dei malati nei quali le idee di Hamer hanno fatto breccia, rinchiudendoli nelle spire di un isolamento caparbio, quasi settario, che li ha spinti a negare la realtà e a rifiutare qualsiasi aiuto.

Grazie a una documentatissima indagine durata oltre un decennio, Ilario D'Amato getta nuova luce sull'inquietante Nuova Medicina Germanica e le tante teorie che ne discendono, divulgate in convegni e seminari, suggerite col passaparola, diffuse su internet. Teorie che, come dimostrano gli ultimi casi di cronaca, continuano a mietere vittime in Italia e nel mondo.
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